La prima partita con il Cile, il 13 di giugno, sulla carta è facile facile, ma in un Mondiale nulla è scontato e infatti il gol di Vieri in apertura ( 10′ ) non serve a sbloccare i ragazzi di Maldini che, al contrario, si fanno raggiungere al 45′ da Salas e vanno addirittura in svantaggio in apertura di ripresa, sempre per colpa di Salas. Alla guida della nazionale italiana c’è Cesare Maldini e il grande tema di questo mondiale è, come nella migliore tradizione azzurra, una staffetta: quella che vede il tecnico alle prese con la necessità di scegliere chi schierare tra l’astro nascente Alessandro Del Piero (che conquista la maglia numero 10) reduce da un brutto infortunio e la stella conclamata, Roberto Baggio (con il 18) protagonista di una stagione straordinaria con la maglia del Bologna. La tradizionale divisa casalinga bianconera non mostrò in questa stagione cambiamenti di sorta rispetto alle precedenti annate. La seconda stagione in Spagna si conclude con la vittoria della Coppa del Re. Debutta in maglia viola il 9 agosto 1998 in Coppa Italia nella partita vinta per 0-1 in casa del Padova. Per la prima volta una coppa del Mondo viene attribuita ai rigori.

I rigori non ci sono amici e la partita con la Francia non fa eccezione. Alla fine se la giocano ai rigori con Carlos Roa che para il quinto e ultimo tiro dal dischetto di Batty e porta i sudamericani nei quarti con Germania, Croazia, Olanda, Brasile, Danimarca e Francia. Per quanto riguarda invece l’arpa da concerto in Argentina, si sa che le prime arpe sono arrivate grazie a Felice Lebano, arpista italiano che stabilì la sua residenza a Buenos Aires dal 1885 e che da quell’anno iniziò a formare una prima generazione di arpiste. Infatti 7 gironi (di quattro squadre) su 8 della prima fase sono composti da 2 squadre europee, una americana e una asiatica o africana. Quattro anni dopo la sfida di Pasadena con il Brasile, ancora una volta è dagli 11 metri che perdiamo una competizione. Al 21′ lo juventino raccoglie un pallone da una rimessa laterale quindi punta il centro del campo “costeggiando” la linea dei 16 metri. Come se non bastasse Robi Baggio si infortuna e deve lasciare il campo. Il 23 di giugno, allo Stade de France di Saint Denis si rovesciano i ruoli: in campo da subito Ale Del Piero, Robi Baggio in panchina.

Passano 4 minuti e Robi compie la seconda prodezza: schizza in area di rigore sulla destra e si fa servire sul filo del fuori gioco, quindi, senza nemmeno alzare la testa, trova da posizione impossibile il palo più lontano. Da lì lascia partire uno splendido tiro con effetto a rientrare che va a infilarsi alla base del secondo palo bulgaro. La Bulgaria però non si abbatte: allo scadere del primo tempo Stoichkov accorcia le distanze su rigore, e il secondo tempo è una sofferenza per i nostri. Con un colpo di testa al 27′, e un secondo nel recupero del primo tempo, il leader transalpino mette k.o. Caldissimo il quarto di finale tra Argentina e Inghilterra con i primi 45′ indimenticabili, con un rigore a testa nei primi dieci minuti, il gol da favola di Michael Owen che porta gli inglesi avanti prima che Zanetti riporti l’equilibrio con una punizione al 45′ . Questa volta il mondo cade sulla testa di Gigi Di Biagio che sbaglia il 5 e ultimo penalty. Si prosegue con il Camerun e qui il gol in apertura è di Di Biagio (al 7′ ). Ma questa volta il gol è il segnale che dà la sveglia a tutta la squadra e in particolare a Bobo Vieri che con una doppietta mette al sicuro il risultato e ipoteca la qualificazione.

Questa apertura ha favorito la presenza di squadre provenienti dai continenti calcisticamente parlando meno “nobili”. In semifinale i francesi si trovarono di fronte alla rivelazione del campionato, la Croazia, seconda maglia real madrid alla prima presenza in un Mondiale. Robi Baggio esce a 20′ dal termine, lasciando spazio all’esordiente (in un Mondiale) Del Piero. LA FRANCIA CAMPIONE DEL MONDO PER LA PRIMA VOLTA – Nel 1998 in Francia si riparte da 32 che è un record: mai prima di allora tante squadre erano state ammesse alla fase finale di un Mondiale. Se segna il nostro destino passa nelle mani di Gianluca Pagliuca che deve a tutti i costi parare l’ultimo rigore della serie brasiliana, se non segna il Brasile è campione. Ci penserà proprio il divin codino a mettere in cassaforte il risultato al 44′ , e il peso del suo gol si farà apprezzare in particolare un minuto dopo, quando l’arbitro Durkin assegna un rigore all’Austria che Herzog segna.

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