Per quanto riguarda le scarpe da calcio è molto importante la scelta del tipo di suola. L’azienda torinese riscuoteva i diritti di licenza per questi servizi. All’epoca, l’azienda K-Way non esisteva più, ma nell’immaginario collettivo il ricordo era ben presente. BasicNet era una piccola azienda, ma partendo da zero è diventata un piccolo player globale. Questo gli ha permesso di realizzare la sua visione e di creare un marketplace di abbigliamento e accessori, che ha battezzato BasicNet. Gli investitori ipotizzano che l’operazione realizzata per K-Way potrebbe essere replicata anche per Kappa, Superga e Sebago. Fortunatamente per Boglione, alcune aziende andarono anche peggio della sua: basti pensare al Formula Sport Group, che possedeva K-Way e Superga. Pur essendo senza alcuna etichetta interna, sembra essere un prodotto del Maglificio Romano, produttore anche delle maglie della Juventus. Inoltre, per ora non è prevista l’assunzione di un direttore creativo: «K-Way ha le carte in regola per passare da un brand che realizza il 95% delle vendite in tre mercati a un marchio globale».
Solo pochi anni fa, il brand Usa era in decino. La sua prima esperienza imprenditoriale gli aveva insegnato quanto fosse importante possedere un brand. Nike è leader mondiale nel mercato delle maglie da calcio, nota per le sue solide partnership e gli investimenti finanziari nelle squadre di calcio di tutto il mondo. Per molti appassionati di calcio, la Serie A è il campionato di calcio più tattico del mondo. «Onorevole Presidente di questa Assemblea, il nome di Bernasconi deve ricordarci qualche cosa: il nostro arresto e la nostra consegna ai tedeschi, e se non siamo stati fucilati non è stato per volontà del Bernasconi, ma per intervento dei patrioti di Roma, che ci fecero evadere da Regina Coeli. Fuori dal nostro personalissimo podio solo perché c’è chi ha fatto peggio. Per unirti al nostro viaggio, scegli le maglie da calcio scontate con l’etichetta Materiali sostenibili. Vetrine da parete per posizionare la maglietta da calcio o da basket della tua squadra preferita. Il 1996-1997 iniziò senza uno sponsor e, paradossalmente, la maglia che a posteriore sancì l’inizio del declino della squadra degli «anni d’oro», risultò gradita ai tifosi poiché molto vicina a quelle degli albori. Un processo già di per sé non banale, da moltiplicare ovviamente per 8, che ha richiesto la formazione di team separati, con 8 designer che seguissero passo dopo passo tutto l’iter creativo e produttivo di ciascuna squadra.
«Non li abbiamo mai definiti con precisione» spiega Alessandro e Lorenzo aggiunge: «Certo è che condividiamo tutto. Attualmente tutto si concentra su K-Way, ma Lorenzo e Alessandro stanno spingendo anche gli altri marchi BasicNet Con Kappa occupano delle nicchie. Ad esempio, BasicNet potrebbe quotare un marchio come K-Way attraverso uno spin-off. «Sebago deve diventare un marchio life-style e raccontare un modo di vivere», è la convinzione di Lorenzo. Il marchio è posizionato correttamente». Era un pioniere come Amazon ed eBay, con la differenza che non si trattava di una piattaforma B2C ma B2B, sulla quale i titolari di licenze e i produttori potevano commerciare solo articoli dei marchi in capo a BasicNet «Non vendo magliette, vendo l’opportunità di fare affari», era il mantra di Marco Boglione. La società BasicNet è quotata in Borsa, genera un fatturato aggregato di oltre 1 miliardo di euro insieme ai suoi licenziatari e ora controlla marchi come K-Way, Superga, Sebago e Briko, oltre a Kappa e Robe di Kappa. Il fondatore Marco Boglione diceva sempre di no quando un fondo bussava alla sua porta ed era interessato a uno dei suoi marchi. La vestibilità, molto più aderente con fondo arrotondato più lungo sul retro, è progettata per il fisico dell’atleta.
In un anno infarcito di divise ispirate al passato e di remake retro, la Roma riesce ancora una volta a distinguersi con un prodotto nuovo e fresco, emergendo dalla massa, in un’esplosione di creatività e di stile David Bowie. Si va verso gli anni ’90, nei quali le maglie da calcio diventarono delle vere e proprie icone di stile, ma Hummel ci regala un’ultima rivisitazione dello stile vintage che ha caratterizzato gli anni ’70 e ’80. Sconfitta di misura in finale dopo un mondiale entusiasmante e faticoso (sempre ai supplementari nel percorso verso la finale), la Croazia si può consolare pensando di aver lasciato anche un’impronta di stile, oltre che calcistica. Indimenticabile lo Zaire, che nel ‘74 sbarcò in Germania per prendere parte al Mondiale sperando di evitare le ire del dittatore Mobutu, così come la mitica maglia dell’allora Urss, quella con la scritta CCCP sul petto. Nike ha provato a sparigliare le carte di una maglia iconica creando uno squarcio bianco al centro del petto dove inserire il logo della federazione: tutt’attorno i quadratini bianchi e rossi sono ovviamente rimasti ma l’effetto è un po’ randomico, come il gioco Campo minato dei primi Windows. Prima che Savage, nel 1903, facesse il colpo di telefono al suo amico di Nottingham per farsi inviare quelle curiose divise a strisce bianche e nere, il Football Club Juventus ha cambiato colori societari: dal bianco con cravattino nero a rosa col cravattino nero a cavallo tra i due secoli, per distinguersi dalle altre società che giocavano a pallone.
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