Nel girone di ritorno il Milan viene nuovamente battuto al Penzo per 2-1, ma a causa di una bottiglietta lanciata in campo che colpì il milanista David costringendolo alla sostituzione, per la prima volta nella storia del calcio italiano viene applicata la sconfitta a tavolino per la regola della responsabilità oggettiva. La stagione 1940-1941 fa entrare il Venezia negli annali del calcio italiano. L’anno successivo ripristinata la serie A, i neroverdi nonostante i 13 gol di Ottino (miglior goleador in una stagione di serie A del Venezia) retrocedono in Serie B, assieme al Brescia. Proprio quest’ultimo, anche in Serie A dimostrerà il suo valore segnando 11 reti. Quest’ultimo, acquistato dal Milan, nel Venezia formerà con Mazzola una formidabile coppia di mezzali che farà la fortuna dei neroverdi e successivamente anche del Grande Torino. Nel campionato 1958-1959 la presidenza passò ad un commissario straordinario, Bruno Boccanegra, che la mantenne per due annate. Nella stagione 1960-1961 sale ai vertici societari in qualità di commissario l’imprenditore Anacleto Ligabue che subito richiama sulla panchina Carlo Alberto Quario. L’allenatore Quario venne anche premiato con il Seminatore d’oro per quella sua prima stagione in Serie B con i veneziani. Una promozione fondata su un gruppo di giocatori che anche negli anni a venire regalarono soddisfazioni come il portiere Bertossi, i difensori Fragni e Tesconi, il centrocampista Mion e un terzetto di grandi marcatori come Bozzato, Calegari e Barison capaci di trascinare a suon di reti nella stagione successiva i veneziani nelle prime posizioni della Serie B. Barison passò poi al Genoa e successivamente al Milan per poi debuttare anche in Nazionale.
Quattro anni dopo, la sentenza della Corte di Cassazione n.2283 del 25 Gennaio 1999 (passata alla storia come “sentenza Ferrara”) condanna oltre a Ferrara anche Padellaro e Rinaldi perché si sono resi responsabili di concorso nel reato di diffamazione. Nel campionato di Serie B 1937-1938, nel quale il Venezia giunge ottavo, Bennati getta le basi della successiva stagione facendo seguire giocatori importanti come Víctor Tortora e Giovanni Alberti, maglia psg viola che a fine campionato approderanno in laguna. Nella stagione 1938-1939 il Venezia parte con grandi ambizioni riuscendo a conquistare la promozione in Serie A grazie al secondo posto alle spalle della Fiorentina. In Italia hai giocato a Montefiascone in serie A: “Si, grazie ad un amico, Bryan Carrasco che mi ha chiamato. Coppa Italia e iscrive per la prima volta il proprio nome nell’albo d’oro dei trofei nazionali grazie a questa formazione: Fioravanti, Piazza, Di Gennaro, Tortora (il capitano), Puppo (il giocatore con più presenze in A del Venezia: 145), Stefanini, Alberti, Loik, Pernigo, Diotalevi, Mazzola, Alberico. A rinforzare i lagunari allenati da Giovanni Battista Rebuffo arrivano Piazza, Alberico, ma soprattutto il fiumano Ezio Loik.
Dopo aver pareggiato nelle Marche, la successiva vittoria allo stadio Penzo per 2-0 sulla Carbonsarda permise ai lagunari di conquistare la promozione affiancando la Sambenedettese al primo posto e superando i sardi di un punto. L’anno successivo, dopo l’ottimo esordio allo stadio San Siro contro la squadra campione d’Italia del Milan con uno spettacolare 3-3, il Venezia chiude il girone d’andata con soli 11 punti all’attivo. Tra le rivalità, particolarmente accesa e longeva è quella con il Como, contro cui i blucelesti disputano il cosiddetto derby del Lario. Lo stesso argomento in dettaglio: Derby calcistici in Abruzzo. Dopo la vittoria sul Cagliari di fine settembre la Juventus pare ingranare la marcia, inanellando una lunga striscia di risultati utili consecutivi finché, in seguito alla vittoria per 2-1 nei minuti finali contro la Lazio, si ritrova al secondo posto della classifica in coabitazione con il Napoli e con la stessa società capitolina. I lagunari tentano invano di risollevarsi e, a parte la vittoria esterna per 4-1 a Firenze (la migliore in A della lunga storia dei veneziani), il campionato si chiude con la retrocessione in Serie B. Al termine della stagione, tante saranno le partenze a cominciare dall’allenatore Carlo Alberto Quario, a quella di Gino Raffin, autore di 39 reti in tre campionati.
L’associazione individua le persone da inserire nei ruoli tecnici e dirigenziali (Mariano Legrottaglie passa il testimone al ritorno di Franco D’Amico) e con una massiccia adesione di base al progetto riesce a programmare una delle stagioni più vincenti della storia del calcio fasanese. Quasi nulla: Iniesta esaurirà serenamente la sua magnifica storia blaugrana per accasarsi, più discretamente com’è nell’indole del personaggio, al Vissel Kobe in Giappone. A nulla serve rimanere in corsa sino alla fine e sconfiggere allo stadio Penzo il Torino per 3-1: il campionato sarà vinto dai capitolini con 42 punti davanti al Torino (39) ed al Venezia (38), un finale sin troppo scontato e che lascerà molta amarezza al presidente Bennati. Acquistato il forte centrocampista Juan Santisteban dal Real Madrid, dopo un inizio stentato i neroverdi disputano infatti un buon campionato, togliendosi la soddisfazione di battere, davanti ad uno stadio Penzo gremito di 25.000 persone, perfino il Milan di Ghezzi e Greaves che poi si aggiudicherà lo scudetto: 2-1 il risultato con gol di Bruno Siciliano e Raffin. Decisamente meglio il cammino in Coppa Italia dove i neroverdi furono eliminati in semifinale dall’Inter per poi perdere anche la finale per il terzo posto (1-2) con il Genoa.