Lo stesso argomento in dettaglio: Modulo (calcio) e Schema (calcio). La squadra neroverde rimase in questa categoria per 15 anni, sfiorando il ritorno nella C unica nella stagione 1969-1970, quando perse lo spareggio di Valdagno contro il Trento Calcio per 2-0. Nella stagione 1975-1976 in panchina arrivò l’esordiente Giovanni Galeone ma i naoniani non andarono oltre all’undicesimo posto. Inoltre ha sviluppato una partnership con Alessandro Zanni, ex capitano della nazionale italiana di rugby e ambassador di Diadora per diversi anni. Nel corso dei decenni il vivaio laziale ha da sempre cresciuto numerosi giocatori che hanno contribuito notevolmente all’accrescimento tecnico della prima squadra, dai primi anni di attività del club fino a oggi: negli anni settanta la Lazio è formata da elementi usciti dalle squadre giovanili (da D’Amico a Giordano, fino a Manfredonia, Agostinelli e Tassotti), e negli anni ottanta il vivaio laziale ha formato giocatori come Paolo Di Canio e Valerio Fiori, fino ad arrivare alla metà degli anni novanta, quando dalla formazione Primavera sono arrivati in prima squadra Marco Di Vaio, Flavio Roma ma soprattutto Alessandro Nesta, divenuto uno dei simboli della società romana nonché il capitano biancoceleste più vincente della storia.
Inserita nel girone B di Lega Pro la formazione lagunare, forte di un organico assemblato con giocatori d’esperienza in categorie superiori quali Alexandre Geijo, Maurizio Domizzi, Simone Bentivoglio e Agostino Garofalo, si propone fin dalle prime giornate come pretendente alla promozione: issatasi in prima posizione sul finire del girone d’andata, riesce progressivamente a distaccare le inseguitrici (su tutte Parma, Pordenone e Padova) e infine ad assicurarsi la matematica vittoria del proprio raggruppamento con tre giornate d’anticipo sulla fine della stagione regolare, grazie al pareggio casalingo per 1-1 ottenuto il 15 aprile 2017 contro il Fano. La squadra, guidata dapprima da Paolo Favaretto e poi da Giancarlo Favarin, viene autorizzata a ripartire dal girone C di Serie D: dopo un iniziale testa a testa con il Campodarsego, protrattosi per tutto il girone d’andata, la vittoria nello scontro diretto giocato al Penzo il 28 febbraio 2016 lancia il «nuovo» Venezia solitariamente in testa alla classifica. Forte del ritrovato equilibrio amministrativo, l’Unione Venezia riaffianca il Treviso in vetta alla classifica e stacca le squadre avversarie; il secondo scontro diretto coi biancazzurri, giocato in uno stadio Penzo quasi esaurito (circa 6 000 spettatori, record stagionale per la Serie D) il 27 marzo 2011, si chiude tuttavia con un pareggio per 1-1 che sancisce il mantenimento della prima posizione per il Treviso.
Dopo un pareggio a reti bianche ottenuto in trasferta, la gara di ritorno vede i brianzoli condurre a lungo per 1-2: nei minuti finali tuttavia il Venezia riesce a ribaltare la situazione, con le reti di Bocalon e D’Appolonia che fissano il risultato sul 3-2. Davanti a 4000 spettatori lagunari che assiepano gli spalti Mecchia l’Unione così può festeggiare la promozione in Prima Divisione, a quattro anni dall’ultima apparizione. Per il secondo anno di fila Emil Zubin si conferma capocannoniere del girone con 23 reti. Dalla terza giornata essa riesce tuttavia a crescere, andando a collocarsi nelle zone alte della classifica del girone. Nel mentre tuttavia le normali procedure di trasferimento del titolo sportivo dell’Unione proseguono, sotto la regia del sindaco in carica Luigi Brugnaro, beneficiario dell’art. Yuri Korablin (ex colonnello dell’esercito sovietico ed ex sindaco di Chimki, città ove aveva costituito una squadra di calcio e una di basket), che di lì a poco assume la presidenza del sodalizio.
1887: si decide l’ampliamento a sud la cinta daziaria leopoldina della città con l’edificazione, negli anni seguenti, delle nuove Barriere Roma e Margherita. Gennaio-febbraio 1970: Luciano Baserga accetta l’accordo con Valeria Rocchi e autorizza la signora ad assumere la calciatrice elvetica Madeleine Boll strutturando il club in squadra titolare e riserve con le nuove maglie appena stampate: una muta con il nome per esteso e la seconda con le singole lettere minuscole escluso il portiere in modo da farle sembrare una pubblicità vivente in campo. Dopo un ottimo avvio, la squadra lagunare entra in crisi tra novembre e dicembre, mancando l’appuntamento con la vittoria per ben 9 partite di fila e sottolineando cronici problemi in fase realizzativa. Il girone di ritorno tuttavia è foriero di una crisi di risultati, che riduce i lagunari al decimo posto finale, fuori dunque dalla corsa promozione. Nemmeno la nuova gestione riesce tuttavia ad evitare che il Venezia chiuda la stagione regolare al secondo posto, valido per l’accesso ai play-off, ove gli arancioneroverdi battono il San Paolo Padova per 1-0, ma perdono la finale regionale contro il SandonàJesolo per 2-3. Protagonista stagionale è l’attaccante Emil Zubin, capocannoniere del campionato con 25 reti.
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